Le Intelligenze Artificiali (IA) stanno diventando sempre più utilizzate in tutto il mondo, compresi diversi colossi e aziende internazionali. Nel corso del 2023, sono state sollevate diverse lamentele riguardo all’uso di opere coperte da diritto d’autore da parte delle IA, gestite principalmente da compagnie, per addestrarle. Secondo molte di queste lamentele, non sarebbe giusto richiedere un pagamento per l’uso di tali opere.
Per affrontare questa questione, l’ente americano “US Copyright Office” ha recentemente concluso un’indagine pubblica al fine di comprendere quali leggi implementare per regolamentare l’uso di materiali coperti da diritto d’autore da parte delle IA generative gestite dalle grandi aziende del settore. Importanti aziende come Meta, Google, Microsoft, Adobe, Hugging Face, StabilityAI, Anthropic e Apple sono state coinvolte nell’indagine.
Le risposte fornite da queste aziende sono state variegate. Meta sostiene che imporre un regime di licenze unico potrebbe causare caos e richiederebbe la ricerca di milioni di titolari dei diritti d’autore. Google afferma che l’utilizzo di materiali senza creare copie può essere paragonato alla lettura di un libro da parte delle IA per apprendere nuove informazioni. Microsoft ritiene che richiedere consenso agli autori rallenterebbe lo sviluppo delle IA e limiterebbe la creatività delle start-up. Adobe ritiene che l’uso di materiali coperti da diritto d’autore per addestrare le IA sia giustificato, citando un precedente nella disputa Sega Enterprises Ltd. v. Accolade, Inc. Infine, Apple si concentra sulla creazione di stringhe di codice e sostiene che il diritto d’autore dovrebbe essere attribuito ai programmatori o sviluppatori che apportano modifiche al lavoro suggerito dalle IA.
Le risposte delle aziende sono state considerate preziose dall’ente americano, che avvierà nuove leggi per regolamentare questo mondo complesso nel prossimo futuro.