Numerose piattaforme digitali in Europa si trovano ad affrontare il problema della moderazione dei contenuti, soprattutto in relazione alle molte lingue parlate all’interno dell’Unione. Alcune di esse hanno un numero esiguo di moderatori, mentre altre addirittura non ne dispongono affatto.
Ad esempio, un noto store online come Aliexpress ha spiegato che il controllo dei contenuti avviene principalmente in inglese, con l’ausilio della traduzione automatica per le altre lingue. Anche LinkedIn, Meta e Pinterest si trovano a dover gestire un numero limitato di moderatori per coprire tutto il territorio europeo.
La Commissione Europea ha evidenziato queste carenze nella moderazione delle piattaforme digitali, considerandole un grave problema e richiedendo maggior trasparenza in merito alla composizione delle squadre di moderatori. Inoltre, l’approccio alla gestione dei rischi e la necessità di comprendere il numero adeguato di moderatori per ciascuna piattaforma sono aspetti su cui la Commissione si concentrerà per trovare soluzioni efficaci.
Anche Google è stato oggetto di discussione, in quanto ha dichiarato inizialmente di avere un numero elevato di moderatori per ciascun settore, ma poi ha ammesso un errore di calcolo e la mancanza di rappresentanza delle lingue dell’Unione nei suoi dati.
La situazione attuale dunque richiede un’attenta analisi e interventi mirati per garantire una moderazione efficace e adeguata su tutte le piattaforme digitali presenti in Europa.