È stato creato un dispositivo che avrà il compito di mantenere l’Universo privo di detriti spaziali, evitando che ne vaghino liberamente nello spazio aperto.
L’Universo presenta molteplici elementi affascinanti che nel corso degli anni sono stati oggetto di scoperta, osservazione, studio e analisi. Tuttavia, non si può ignorare l’esistenza dei rifiuti spaziali, una questione che potrebbe diventare un serio problema.
Anche nello spazio, infatti, si registra un problema simile a quello che affligge la Terra, in termini di emergenza rifiuti che hanno causato e continuano a causare notevoli danni agli ecosistemi del nostro pianeta. Nonostante non vi siano fonti d’acqua da inquinare o forme di vita a rischio di estinzione, l’accumulo di detriti spaziali può comunque risultare problematico.
Parliamo qui dei detriti spaziali generati dall’uomo, ovvero quei rifiuti prodotti da attrezzature lanciate in orbita dalla Terra. Questi detriti spaziali possono rivelarsi estremamente pericolosi, preoccupando particolarmente la NASA e la comunità scientifica.
Un esempio di questi detriti spaziali possono essere i pezzi di corpi celesti che vagano nello spazio dopo una collisione, ma ciò che preoccupa di più è il numero sempre crescente di rifiuti generati dall’uomo in orbita intorno alla Terra. Questi rifiuti spaziali possono essere costituiti da macchinari, satelliti, telescopi e altri strumenti lanciati nello spazio e giunti a fine ciclo vitale.
La caduta di questi strumenti verso la Terra è una pratica comune, ma in alcuni casi potrebbe causare problemi, come una traiettoria atipica o collisioni con altri velivoli. Proprio per contrastare questo problema, Airbus ha sviluppato un dispositivo chiamato “Detumbler”, in grado di controllare la caduta dei satelliti verso la Terra, evitando così imprevedibili traiettorie.
Questo dispositivo magnetico pesa solo 100 grammi ed è dotato di un rotore centrale e di magneti che interagiscono con il campo magnetico terrestre. Sarà attaccato ai satelliti per dirigere la loro orbita, sia quando sono funzionanti sia quando hanno raggiunto la fine del loro ciclo vitale.
Il dispositivo di Airbus non è ancora operativo, ma è previsto che venga testato all’inizio del 2024 sul satellite Exo-0 di EnduroSat, con l’obiettivo di migliorare la gestione dei detriti spaziali che, secondo la Rete di sorveglianza spaziale globale del Dipartimento della Difesa, sono circa 27.000, oltre a un numero non identificato di pezzi più piccoli.