HomeOperatori TelefoniciLa battaglia dei costi rallenta l'espansione dell'Ftth: quali sono le conseguenze?

La battaglia dei costi rallenta l’espansione dell’Ftth: quali sono le conseguenze?

Nel Desi 2018, l’Italia presentava una bassa copertura Fttp del 22%. Tuttavia, grazie all’entrata di Open Fiber sul mercato, la situazione è notevolmente migliorata e attualmente il nostro paese ha raggiunto il 44%, avvicinandosi alla media UE del 50%. A fine 2022 erano coperte oltre 14 milioni di unità immobiliari in Ftth e, grazie al piano Italia 1 Giga, finanziato con i fondi europei del Recovery Plan, si prevede un ulteriore aumento per arrivare agli obiettivi di copertura Gigabit al 2026.

Nonostante la buona disponibilità di infrastruttura, solo il 20% delle unità immobiliari disponibili in Ftth ha adottato il servizio. Ciò rappresenta un ostacolo competitivo, dato che solo la fibra Ftth garantisce performance all’altezza dei servizi digitali che vengono sviluppati. La lentezza dell’adozione di Ftth in Italia ha tre cause principali: in primo luogo, nella telefonia mobile, i prezzi dei dati sono tra i più bassi al mondo e quindi il mobile viene spesso utilizzato come sostituto del fisso; inoltre, nel fisso non c’è differenza di prezzo fra Fttc e Ftth, e i prezzi sono tra i più bassi dell’Occidente, con una media di circa 27 euro a linea.

La realizzazione dell’infrastruttura è una condizione necessaria ma non sufficiente per raggiungere l’obiettivo della piena digitalizzazione del nostro Paese, previsto da Italia 1 Giga. Occorre spingere sull’adozione massiva di tecnologie di ultima generazione come l’Ftth. Una migrazione completa da rame a fibra comporta notevoli vantaggi sia per gli utilizzatori, che dispongono di un servizio più performante, sia per l’offerta che riduce il numero di reti da gestire e risparmia energia. L’adozione di reti interamente in fibra ottica non è soltanto un volano per la digitalizzazione del Paese, ma ha anche importanti ricadute dal punto di vista della sostenibilità ambientale – la fibra ottica produce minime quantità di CO2- ed energetica, che acquista ulteriore valore nell’attuale congiuntura. Vari studi internazionali riportano infatti riduzioni di consumo di energia intorno all’85-90% per le reti di accesso in fibra rispetto a quelle in rame. L’utilizzo della fibra ottica al posto del rame segnerebbe dunque un passo in avanti anche nell’altra grande sfida dell’Unione Europea: la decarbonizzazione entro il 2050.

D'Orazi Dario
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Editore e Giornalista mi occupo di tutto quello che fa parte della tecnologia, automobili e curiosità. Laureato sono sempre stato appassionato alla scrittura e amo il mondo del giornalismo.
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