La fusione tra Vodafone e CK Hutchison (Ckh) in Gran Bretagna sembra procedere spedita verso l’annuncio ufficiale, previsto per venerdì 9 giugno o al massimo per l’inizio della prossima settimana. La nuova società, con il 51% in capo al Vodafone e il 49% di proprietà di Hutchison, dovrebbe avere un debito di circa 6 miliardi di sterline e un enterprise value complessivo di 15 miliardi di sterline (18,6 miliardi di dollari), creando il più grande operatore di TLC britannico con 27 milioni di utenti, superando BT e Vm O2, di proprietà della spagnola Telefonica, e Liberty Global.
Tuttavia, l’accordo dovrà affrontare l’esame delle Autorità della concorrenza che in passato si sono spesso opposte a operazioni che riducevano il numero di operatori da quattro a tre. Secondo Intermonte, in particolare nel mercato britannico, il consolidamento tra Vodafone e Ckh potrebbe portare alla creazione del più grande operatore mobile locale, con una quota di mercato del 36% sul fatturato e del 34% sui clienti, seguito da BT (29%) e Virgin Media/O2 (25%). Per questo motivo, non escludono l’imposizione di misure correttive da parte dell’antitrust britannico, compresa la riassegnazione dello spettro.
Come per i casi analoghi in Spagna (tra Orange e MàsMovìl) e in Portogallo (proposta di acquisizione da parte di Vodafone del quarto operatore Nowo), questo accordo nel Regno Unito sarà quindi un importante banco di prova per le future operazioni in altri paesi europei. In particolare, in Italia, dove Vodafone ha rifiutato l’offerta di Iliad per le sue attività, ma dove recentemente sono ripresi i contatti tra le due compagnie.
Il tema del consolidamento delle telco europee sarà uno dei temi affrontati a Telco per l’Italia il 15 giugno a Roma.
