La direttrice generale di Asstel, Laura Di Raimondo, ha lanciato l’allarme sulla situazione critica del settore delle telecomunicazioni, che in Europa ha perso oltre un terzo del suo valore in 12 anni. Nel 2022, la filiera ha registrato un valore negativo di circa 4 miliardi, principalmente dovuto al pagamento delle licenze 5G.
Secondo Di Raimondo, le difficoltà del settore sono dovute a diversi fattori, e nonostante le politiche di ottimizzazione dei costi adottate, l’aumento dell’inflazione e dei costi di approvvigionamento energetico hanno ostacolato i risultati. Per superare la situazione attuale, diventa fondamentale adottare provvedimenti che favoriscano la definizione di una nuova politica industriale specifica per il settore.
In questo contesto, Asstel ha portato avanti un dialogo con il Governo Meloni sull’armonizzazione dei limiti elettromagnetici a livello europeo, la mitigazione strutturale del costo dell’energia e la riduzione dell’Iva per i servizi di connettività, tra le tante. Effettivi sono stati gli interventi normativi sulle semplificazioni, ma per attuare la norma uniformemente, è necessario un coordinamento ottimale tra le istituzioni centrali e locali.
A livello europeo, la Commissione ha concluso le consultazioni volte a rendere la connettività Gigabit disponibile per tutti i cittadini e le imprese dell’UE entro il 2030, rispettando gli obiettivi del Decennio digitale europeo. Al contempo, Asstel ha proposto di mantenere le norme nazionali sulle semplificazioni, che oggi sono migliorative di quelle europee che il regolamento intende introdurre, per garantire la massima efficienza possibile.
Nonostante le misure adottate, rimangono questioni dirimenti da risolvere tempestivamente, al fine di garantire la sostenibilità economica ed occupazionale del settore delle TLC.
