L’operato dell’umanità sta accelerando il naturale e importante ciclo del sale sulla Terra, un fenomeno che potrebbe rappresentare una minaccia di alto livello per le riserve di acqua dolce. Nuove ricerche condotte dall’Università del Maryland, dell’Università del Connecticut, del Virginia Tech e di altre istituzioni hanno messo in luce questa situazione preoccupante.
Gli esperti hanno evidenziato come le attività estrattive, lo sviluppo del territorio e l’utilizzo di sali stradali per scongelare il ghiaccio stiano disturbando in modo significativo il ciclo salino, che normalmente si rigenera attraverso processi geologici e idrologici che richiedono molto tempo.
Durante lo studio, il team di ricerca ha esaminato diversi tipi di sali, non limitandosi solo al cloruro di sodio comune in cucina, e ha analizzato le loro concentrazioni nei fiumi e nei suoli. Alcuni eventi, come l’aridità dei laghi, stanno persino aumentando le quantità di sale presenti nell’aria.
Se questa tendenza dovesse persistere, diventerebbe estremamente difficile garantire abbastanza acqua potabile per la popolazione mondiale, senza considerare i danni causati agli animali e ai loro habitat. Per questo motivo, i ricercatori stanno spingendo per una maggiore consapevolezza riguardo al nostro impatto su questo ciclo e per trovare soluzioni che riducano tale interferenza. Una buona partenza sarebbe quella di diminuire la quantità di 80 miliardi di chili di sale distribuiti ogni anno sulle strade degli Stati Uniti.
Affrontare questa complessa problematica richiederà ulteriori studi e regolamentazioni, dato che il sale non è considerato un inquinante principale delle risorse idriche negli Stati Uniti, e quindi regolamentarne l’uso sarebbe una sfida considerevole.