I cavalli non sembrano essere consapevoli di partecipare a una competizione e di comprendere il significato di vincere una corsa. Questa è la conclusione a cui si arriva dopo anni di esperienza nel comportamento equino. Per i cavalli, tagliare per primi il traguardo non ha significato in termini di ricompense personali. Anche il vincitore può subire più frustate degli altri durante la gara, quindi non c’è un vero incentivo per correre più veloce. Inoltre, i cavalli tendono a sincronizzare i loro movimenti con quelli del resto del gruppo per minimizzare l’esposizione ai predatori, un comportamento opposto a quello richiesto in una corsa. I cavalli devono quindi essere addestrati a ignorare queste tendenze naturali per rispondere ai comandi del fantino. Durante una gara, i fantini sfruttano le preferenze individuali dei cavalli per condurli verso la vittoria. In conclusione, i cavalli non hanno un concetto di competizione come gli esseri umani, ma la loro vittoria dipende da una combinazione di abilità naturale, forma fisica e competenza del fantino. Infine, sapevate che nel medioevo, prima di vendere un cavallo, si svolgeva un rituale bizzarro che coinvolgeva il suo ano? Ecco un’informazione curiosa!
La competitività nei cavalli: cosa succede quando fanno le gare
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