Un recente studio pubblicato sulla rivista specializzata Psychology, Crime & Law, ha evidenziato quanto sia semplice scambiare un individuo innocente per un colpevole di un crimine. Secondo Thomas Nyman, professore presso la New York University di Shanghai, il 70% delle persone condannate ingiustamente è stato imprigionato a causa di un’errata identificazione.
I ricercatori hanno condotto uno studio presso il Centro Scientifico Heureka in Finlandia, coinvolgendo 1.325 partecipanti, al fine di valutare la capacità dei testimoni di identificare correttamente un “criminale” in varie condizioni. I risultati hanno rivelato che la distanza e l’illuminazione giocano un ruolo fondamentale nell’identificazione corretta, mentre gli occhiali da sole possono ostacolare la capacità dei testimoni, soprattutto in condizioni di luce ridotta.
L’uso di mascheramenti facciali ha mostrato poche differenze nelle capacità di identificazione. La ricerca ha rivelato che l’esattezza dell’identificazione diminuisce notevolmente con l’aumentare della distanza e la riduzione dell’illuminazione. Gli autori ritengono che escludere identificazioni inaffidabili potrebbe contribuire a ridurre il numero di persone innocenti condannate ingiustamente.
In conclusione, lo studio invita a riflettere sulle implicazioni di tali risultati e sottolinea l’importanza di proteggere le persone dall’ingiusta condanna.