Ritrovati in un insediamento antico nel nord di Israele, gli strumenti a fiato rinvenuti nel sito sono state create dalle ossa perforate rinvenute. Ciò potrebbe rendere questi strumenti gli strumenti a fiato più antichi mai trovati nella regione.
Gli studiosi a capo dello studio, guidati dall’archeologo Laurent Davin dell’Università Ebraica di Gerusalemme, sostengono che questi “piccoli flauti” sono stati scoperti in piccole abitazioni in pietra situate vicino alla riva del lago chiamato Eynan-Mallaha, che aveva ospitato gli ultimi cacciatori della regione fino a circa 12.000 anni fa.
I risultati delle varie analisi microscopiche degli strumenti mostrano che i fori delle dita hanno sicuramente subito interventi umani, escludendo quindi la possibilità di interventi da parte di predatori o roditori.
I sette flauti trovati sono stati realizzati dalle ossa delle ali degli uccelli che trascorrevano i mesi invernali nella zona del lago. Il flauto più grande, decorato con dell’ocra rossa e con un punto consumato dal quale potrebbe essere stato appeso a una corda o a una striscia di cuoio, sembra essere ancora intatto e lungo circa 63 millimetri.
Non contenti dei ritrovamenti, Laurent Davin e il suo team hanno usato l’osso dell’ala di un germano reale per realizzare una replica dettagliata dell’antico flauto. Quando suonato, ha prodotto dei suoni acuti simili ai richiami del gheppio comune e dello sparviero eurasiatico, aumentando la possibilità che questi strumenti fossero utilizzati per attirare gli uccelli.
Infine, le prove suggeriscono che gli abitanti di Eynan-Mallaha usassero gli artigli di rapaci come strumenti musicali e potrebbero averli indossati come ornamenti.