La rubrica sui trucchi di magia è tornata e oggi si parlerà dell’illusione della “Ragazza Zig-Zag” (Zig Zag Girl), dove una valletta viene collocata all’interno di un grande sarcofago e la porzione centrale del baule, e quindi del corpo, viene dislocata. Questo trucco è stato ideato nel 1965 da Robert Harbin ed è ormai un classico della prestigiazione.
Probabilmente, il successo dell’illusione è da accreditare alla possibilità di compierla al centro o in prossimità del pubblico, senza elementi esterni o nascosti, rendendo il tutto più immersivo. Harbin confinò le regole e l’idea della Zig Zag Girl all’interno del rarissimo testo “The Magic of Robert Harbin”, diffuso nel 1970 in sole 500 copie.
Durante l’esibizione, un’assistente si colloca all’interno di un armadio verticale, il quale presenta delle aperture all’altezza del viso, delle mani e dei piedi. Le lame, che contribuirebbero a rendere il trucco più realistico, vengono inserite orizzontalmente nella sezione mediana dell’armadio. La parte centrale, quella in cui sono in mostra le mani, scivola via, creando l’effetto “zig-zag”.
Il mago solitamente lascia verificare alla platea che le parti della donna esposte non siano oggetti di prestigiazione. Alla fine, la ragazza viene “ricomposta” e le lame rimosse, per poi uscire indenne dall’armadio.
Tuttavia, il mago che mette in scena la Ragazza Zig-Zag fa ben poco rispetto ad altri spettacoli a cui siamo abituati. Il “lavoro sporco” è tutto nelle mani della ragazza, la quale è costretta a adeguarsi a spazi strettissimi e a rendere il tutto più naturale possibile. Inoltre, è doveroso specificare che anche il design dell’armadio svolge un ruolo cruciale nella rappresentazione del trucco, secondo quanto raccontato in “Breaking the Magicians’ Code: Magic’s Biggest Secrets Finally Revealed”, da Val Valentino.
In generale, la Ragazza Zig-Zag è un trucco di magia che ha avuto successo grazie alla sua capacità di coinvolgere il pubblico e di creare un’illusione immersiva. Tuttavia, è anche un esempio di come la maggior parte del “lavoro sporco” sia spesso svolto dalle assistenti e non dai maghi stessi.