HomeNewsApple guadagnerà 20 miliardi da Google per essere il motore di ricerca...

Apple guadagnerà 20 miliardi da Google per essere il motore di ricerca ufficiale degli iPhone nel 2022

Essere selezionato come motore di ricerca predefinito sugli iPhone ha comportato a Google una spesa di 20 miliardi di dollari nel 2022: questa somma è emersa da documenti legali resi pubblici nell’ambito di un’indagine Antitrust negli Stati Uniti nei confronti della gigante di Mountain View, citando l’ammissione diretta di Eddy Cue, responsabile dei servizi di Apple. Di fatto, Google ha versato denaro per mantenere la propria posizione privilegiata in Safari, il browser preinstallato su Mac, iPad e iPhone.

La pratica di pagare ad Apple per questa esclusiva è in corso da diversi anni (pare sia iniziata addirittura nel lontano 2002, ben prima della nascita dell’iPhone) e l’importo aumenta notevolmente di anno in anno. Si tratta di una fonte significativa di ricavi per Apple: secondo Cue, nel 2020 il pagamento ha rappresentato il 17,5% del fatturato totale dell’azienda. D’altro canto, per Google si tratta di una cifra considerevole: un dirigente aveva precedentemente rivelato che circa un terzo dei profitti provenienti dagli annunci pubblicitari finisce direttamente nelle casse di Apple.

Questo accordo con Apple non è un caso isolato per Google, che ha simili intese con altre aziende, sebbene nessuna si avvicini a queste cifre. L’iPhone è il device più diffuso negli Stati Uniti, il mercato più importante al mondo, quindi è un accordo strategico per entrambe le parti. Sebbene per anni sia stato mantenuto segreto, alcuni dettagli sono emersi tra voci di corridoio e procedimenti legali. Si stima che nel 2021 il pagamento mensile abbia superato il miliardo di dollari, avvicinandosi ora ai due miliardi; potrebbe aver già toccato questa soglia nel 2023 o accadere nel 2024.

Grazie a iPhone e Safari da tempo è possibile cambiare il motore di ricerca predefinito: basta accedere alle impostazioni del dispositivo e cercare Safari. Di recente, grazie al Digital Markets Act (DMA), nell’Unione Europea vengono suggerite alternative già al primo avvio del browser, costringendo gli utenti a effettuare una scelta prima dell’utilizzo.

D'Orazi Dario
D'Orazi Dariohttps://it-it.facebook.com/darioita
Editore e Giornalista mi occupo di tutto quello che fa parte della tecnologia, automobili e curiosità. Laureato sono sempre stato appassionato alla scrittura e amo il mondo del giornalismo.
RELATED ARTICLES

Most Popular

Recent Comments