Meta ha confessato di aver impiegato il set di dati Books3 per allenare i suoi sofisticati modelli di intelligenza artificiale e si mostra restia a compensare gli autori poiché ritiene che l’uso di opere protette da copyright per l’addestramento dei modelli LLM non richieda né autorizzazione né pagamento.
Con queste affermazioni, l’azienda sta sfidando le accuse di violazione del copyright relative all’utilizzo di un database contenente oltre 195.000 libri “piratati”, e non è l’unica società di sviluppo di intelligenza artificiale a aver fatto largo uso di tale database.
L’impiego di materiale coperto da copyright è oggetto di una crescente controversia, come dimostrano anche i casi di open AI e CHATGPT.