L’industria dei videogiochi, in costante evoluzione, si concentra ormai sull’accessibilità e l’inclusività, cercando di garantire un’esperienza di gioco adeguata per tutti. L’obiettivo è quello di dare spazio e voce a ogni tipo di giocatore, tenendo così conto delle esigenze di ogni singola persona.
Gli sforzi dell’industria non si limitano solo all’accessibilità fisica, come i controller adattati ai portatori di handicap, ma si estendono anche all’inclusività. L’obiettivo è rappresentare le diverse identità e espressioni dell’essere umano in modo accurato e rispettoso. Un aspetto cruciale dell’inclusività è evitare di urtare la sensibilità di chi usufruisce dei contenuti.
In risposta a questa esigenza, è nato il Game Content Triggers Database, un catalogo ideato da Coty Craven, fondatore del sito americano “Can I Play That?”, in collaborazione con esperti di videogiochi e professionisti della salute mentale. Il database segnala contenuti suscettibili di urtare la sensibilità dei giocatori, come ragni, tematiche razziste o argomenti di salute mentale. Inoltre, indica se è possibile saltare o disattivare tali contenuti durante il gioco.
Attualmente, il database conta 38 giochi e l’obiettivo è ampliarlo nel tempo, cercando di offrire un prodotto completo e soddisfacente per tutti i giocatori.