Negli ultimi giorni, l’attenzione è stata catalizzata da OpenAI e dalle sfide che l’azienda sta affrontando nel tentativo di stringere accordi con gli editori riguardo all’utilizzo dei loro contenuti per l’addestramento dei suoi modelli di intelligenza artificiale. Secondo fonti vicine, l’offerta finanziaria è stata sorprendentemente bassa, causando polemiche e denunce.
OpenAI è stata accusata di utilizzare libri, articoli e altri materiali protetti da diritti d’autore nell’addestramento dei suoi modelli di AI, utilizzando tecniche di “scraping” per raccogliere dati dal web. Nonostante il blocco da parte di numerosi editori, l’azienda continua a esplorare il web per raccogliere dati.
In risposta alle critiche, OpenAI ha iniziato a negoziare accordi di licenza con diversi editori. Tuttavia, le cifre proposte sono state ritenute inadeguate, portando ad una serie di difficoltà nell’ottenere accordi soddisfacenti.
Nonostante le controversie, alcuni accordi sembrano essere stati raggiunti. Ad esempio, Apple avrebbe offerto 50 milioni di dollari per l’accesso agli articoli da utilizzare per addestrare un nuovo modello destinato ad essere integrato in iOS 18.
OpenAI si trova quindi in una posizione delicata, cercando di bilanciare l’accesso ai dati necessari per i suoi modelli di AI con il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale degli editori. La questione rimane aperta, sollevando importanti questioni etiche e legali sull’uso di contenuti protetti da diritti d’autore.
