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Sfide e innovazioni: Betavolt e il futuro delle batterie nucleari nei prodotti di consumo

Negli anni ’40 del secolo scorso, la scienza nucleare ha fatto un enorme passo avanti con la prima reazione nucleare controllata il 2 dicembre 1942, condotta da Enrico Fermi come parte del celebre Progetto Manhattan. Questo avvenimento ha rivoluzionato il campo della tecnologia nucleare, aprendo la strada a nuove prospettive. Ora, una innovativa startup cinese chiamata Betavolt afferma di aver fatto un altro significativo progresso: una batteria nucleare miniaturizzata che, afferma, non richiede ricariche o manutenzione per 50 anni.

Situata a Pechino, Betavolt ha condensato 63 isotopi nucleari in un modulo delle dimensioni di una moneta. La loro batteria di prossima generazione è già in fase di test pilota, con l’obiettivo di avviarne la produzione su larga scala per l’uso commerciale in dispositivi come telefoni e droni. La versione iniziale di questa batteria nucleare eroga 100 microwatt di potenza a 3V, con dimensioni di 15x15x5 millimetri cubi. La società mira a potenziare ulteriormente la tecnologia, progettando una batteria in grado di fornire 1 watt di potenza entro il 2025.

Queste batterie nucleari compatte di Betavolt potrebbero rivoluzionare la durata e l’alimentazione dei dispositivi, immaginando telefoni che non richiedono ricarica o droni che volano indefinitamente. Tuttavia, la durata prolungata e l’alimentazione continua di queste batterie potrebbero essere eccessive per gli smartphone, comunemente sostituiti ogni pochi anni e facilmente ricaricabili.

Altre preoccupazioni riguardano la presenza di materiali radioattivi, con molte persone probabilmente esitanti nell’utilizzare un dispositivo alimentato da energia nucleare. Betavolt assicura che il suo design multistrato impedisce incendi o esplosioni improvvisi e che la batteria può resistere a temperature estreme, da -60°C a 120°C. La tecnologia delle batterie nucleari sfrutta il calore derivante dal decadimento radioattivo per generare energia, spesso utilizzando isotopi come il plutonio-238. Conosciute per la loro lunga durata, che può superare i decenni senza alcuna manutenzione, queste batterie sono ideali per missioni spaziali e luoghi senza rete elettrica.

Se vedremo mai queste batterie nucleari alimentare i nostri smartphone è una questione che solo il tempo può risolvere. La ricerca su soluzioni energetiche avanzate continua, aprendo la strada a nuove possibilità e suscitando discussioni sull’uso responsabile delle tecnologie nucleari nell’era moderna.

D'Orazi Dario
D'Orazi Dariohttps://it-it.facebook.com/darioita
Editore e Giornalista mi occupo di tutto quello che fa parte della tecnologia, automobili e curiosità. Laureato sono sempre stato appassionato alla scrittura e amo il mondo del giornalismo.
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